E’ ormai archiaviata, purtroppo con un nulla di fatto, anche la seconda tappa dell’Italian Poker Tour. Infatti, lo scorso fine settimana l’Ipt ha fatto tappa a Campione d’Italia (bel posto: pieno di vita la sera e la notte, con un solo e squallido bar in alternativa al casinò; molto economico: un Km in taxi solo 30 euro; una pizza e una CocaCola 35… Ve lo raccomando 🙂 )… Questa trasferta, dove come accadrà fino ad almeno la fine di quest’anno, ho difeso i colori dell’Admiral Official Poker Team, si è rivelata come la più brutta esperienza che ho vissuto fino ad ora nel mondo del poker live, sia dal punto di vista pokeristico che da quello della “vacanza”. Vabbè, ormai è archiviata e non resta che guardare, con immancabile ottimismo, ai prossimi impegni che mi vedranno al tavolo verde: il main event dell’Assopoker Live che si giocherà dal 14 al 17 luglio a Ca’ Noghera (Venezia) e la terza tappa dell’Italian Poker Tour in programma a Sanremo alla fine del prossimo mese. Niente World Series of Poker quest’anno… Peccato!
Anche la settimana dell’Ipt di Campione, comunque, se non mi ha riservato soddisfazioni dal punto di vista personale, ha confermato la grande qualità dell’Admiral Team Pro allestito la scorsa primavera dal poker manager di Admiral.it (e grande amico) Francesco Pivetta, alla quale ho potuto contribuire -per ora- solo con una bandierina piazzata all’European Poker Tour di Sanremo. Difatti, se l’ultmo portacoori del Team ad arrendersi nel main event di Campione sia stato io, uscendo 115° nel day2 (At vs AK in guerra di bui) dopo un torneo giocato totalmente da short e cards death, il side event da 1.100 € ha visto ben due giocatori della squadra centrare il final table: Stefano Puccilli e Massimo “Maxshark” Mosele, piazzatisi rispettivamente 3° e 4° ed eliminati in due cooler identici (top two pair al flop contro set) contro lo stesso giocatore. Complimenti ad entrambi…
Per quanto riguarda il mio torneo c’è davvero poco da dire: in un giorno e mezzo di gioco -lo so sembra incredibile ma è così!- ho visto solo cinque mani realmente giocabili: AA al primo livello, con il quale ho guiadagnato qualche spicciolo; un paio di AK con cui ho aperto ma con cui ho sempre perso allo show down; un AJ, anche questo mollato post-flop; qualche copietta bassa mai settata; una coppia di 3 nell’ultima mano del day1 con la quale ho deliberatametne “gamblato” vincendo il coin-flip della “disperazione” che mi ha permesso di sedermi al day2 con quasi 40.000 di stack, ovvero circa 30 big blinds; e, nell’ultima mano, AT da BB con cui ho pushato il raise del button che ha instant chiamato mostrando AK… Per tutto il torneo ho dovuto usare la “fantasia” e la lettura, per almeno “galleggiare” in attesa della monster che non mi è mai stata servita… Peccato, perchè, con un paio di mani in più non era certo impossibile centrare almeno l’in the money visto anche il livello davvero scarso della media dei giocatori di questo Ipt.
Non ho mai giocato un torneo dal livello medio così basso. E, leggendo anche i commenti di altri, non credo che questa sensazione sia dettata dal fatto di essere finito in un tavolo “particolare”. A bui bassi, quindi per tre quarti del day1, non era possibile inventare nulla: un raise, anche 5x da early position, trovava almeno 3 call. A volte comici gli show-down a cui ho assistito… In ogni caso, anche questo torneo è parte del passato. Non resta che guardare avanti in attesa di giorni meno sfortunati!