Oggi voglio parlare di crisi, sarebbe bello non doverlo fare, e di come alcuni provvedimenti, seri, sul gioco legale possano dare il loro contributo a far uscire l’Italia da questa brutta situazione. Poi, torneremo anche a parlare del mio poker giocato -tornato un hobby da quando ho apertola mia gambling house online, Bet2Bet.it-, ma ora ritengo che ci siano cose più importanti dei successi e delle sconfitte di un poker player…
Per chi non mi conoscesse, per chi arriva su questo mio blog per la prima volta, ricordo che opero professionalmente nel gambling e per alcuni anni ho vissuto esclusivamente “giocando” a poker texano. Quindi, al contrario di chi fino ad ora ha legiferato sulla materia, conosco a fondo ciò di cui parlo.
Stiamo affrontando una pesante crisi economica alimentata, soprattutto, dal calo dei consumi. Causa di questa situazione è senza dubbio l’assurda pressione fiscale a cui siamo sottoposti. Ma non è l’unica causa. Una concausa importante sono senza dubbio le newslots disseminate nei bar di tutta la penisola. Visto che il giocatore abituale di queste micidiali macchinette è l’operaio, il pensionato e, in pratica, chi non ha una grande disponibilità economica, ogni euro incassato dalle newslots è un euro sottratto all’acquisto di un bene materiale, anche di prima necessità.
Non voglio, in questa sede, affrontare un discorso dal punto di vista morale sulla legittimità o meno del gioco d’azzardo in tutte le sue forme: non ne usciremmo più! Ritengo importante, però, evidenziare come il grande gettito determinato dalle newslots alle cassepubbliche sia una motivazione troppo labile perchè il legislatore non intervenga per rimediare. Infatti, togliendo queste slots dai bar e dalle attività pubbliche non prettamente dedicate al gioco, il gettito fiscale non ne risentirebbe. Anzi, aumenterebbe notevolmente determinando ricadute positive e tangibili -oltre che direttamente sulle casse pubbliche- sull’intero comparto produttivo e commerciale italiano.
Difatti, su ogni euro incassato dalle newslots, lo stato incassa direttamente circa 14 cents (13 virgola qualcosa %)… Ma come detto, ogni euro mangiato da queste macchine elettroniche è un euro sottratto all’acquistodi beni materiali come cibo, abbigliamento e così via… Prodotti che, ahinoi, sono assoggettati direttamente ad una fiscalità del 22% (Iva). Ciò significa, ovviamente producendoci in un calcolo semplicistico ma più che sensato, che ogni euro incassato dalle newslots determina un mancato incasso per il fisco italiano pari a 8 centesimi… Se consideriamo che il gettito fiscale annuale delle cosiddette “comma 6a” è di circa 4 miliardi di euro possiamo dedurre che togliendo le newslots dai bar lo stato incasserebbe subito, direttamente, grazie all’Iva, circa 250 milioni di euro in più ogni anno…
Solo con questo provvediento i consumi aumenterebbero di circa 30 miliardi annui con la conseguente ricaduta positiva sull’intero comparto produttivo e comerciale nazionale.
Di tanti piccoli provvedimenti, di tante idee verificate alla prova della “calcolatrice” -e non di populistiche sceneggiate parlamentari o di esclusivamente distruttive campagne promozionali stile M5S- è fatto il risanamento di questa martoriata Italia…