Non vi nascondo che sono rimasto “scioccato” dopo aver visto, in una concessionaria di Eurasia Motor Company, la nuovissima B-Suv “abbondante” o C-Suv “striminzita” appena lanciata sul mercato italiano. Nulla di eclatante a parte un aspetto che definire rivoluzionario non appare eccessivo. Mi riferisco al prezzo della versione “top”, cioè la Wave 3, nella versione 1.5T CVT: 25.550€ chiavi in mano, dove 350€ sono l’unico optional selezionabile -la vernice metallizzata- e 800€ la “messa in strada, trasporto e preconsegna”.
Il resto è tutto di serie, compreso l’impianto a gas BRC. E non solo, sono diserie in questa versione anche il cambio automatico a 9 rapporti, l’avvio da remoto, il cruscotto digitale, il display centrale da 10,25′, i fari full led, un completo pacchetto di assistenze alla guida e di sicurezza attiva, i cerchi in lega da 18′, la selleria in ecopelle a regolazione elettrica (solo posto di guida), il volantre e il pomello del cambio in vera pelle, i sensori e la telecamera 360°, il sistema di accesso keyless e smarkey, la ricarica wireless per il cellulare, il climatizzatore elettronico, il computer di bordo, gli specchietti riscaldati regolabili e ripiegabili elettronicamente, il tetto panoramico (non apribile), impianto audio a 6 casse… Unica opzione la vernice metallizzata!
Per capire la straordinarietà del prezzo basta provare a configurare una Volkswagen T-Roc con motorizzazione e prestazioni simili, ad esempio la 1.5 TSG DSG, inserendo le stesse dotazioni: supera ampiamente i 40.000€, arrivando a sfiorare o 45.000… E senza prevedere il costo di acquisto e installazione dell’impianto a gas BRC… Non è azzardato sostenere che, quindi, la Wave 3 possa essere vista come una T-Roc che costa poco più della metà!
Ben inteso, non si tratta ovviamente della stessa macchina e in alcuni particolari sicuramente la B-Suv della casa tedesca sarà forse migliore. Ma limitandoci al prezzo, alle dotazioni e alla categoria di autovettura si può azzardare questa conclusione.
Ora vi chiederete come mai, in un blog incentrato sull’attualità, ho scelto di parlarvi di una autovettura. Ve lo spiego subito… Il settore automobilistico europeo è, allo stesso tempo, sia afflitto da una crisi pesante di disponibilità di compenenti elettroniche, sia nel bel mezzo di una pesante rivoluzione. E non mi riferisco alla progressiva conversione elettrica dei suoi propulsori.
Acquistare una automobile nuova, oggi, è un terno al lotto visti gli infiniti -e mai certi- tempi di consegna che caratterizzano tutti i modelli più richiesti o “trendy”. Allo stesso tempo i prezzi sono arrivati a livelli improponibili se rapportati al potere di spesa dell’italiano medio. Ciò ha permesso una prima affermazine di un marchio come Dacia fino a pochissimi anni fa bistrattato in Penisola, ma capace di affermarsi grazie all’economicità delle sue vetture. Una economicità, però, compensata da componentistica e dotazioni non sempre al livello della più blasonata -e costosa- concorrenza.
A ruota con il crescente successo di Dacia è poi arrivata la molisana DR, le cui vetture -come per EMC- nascono su piattaforme di auto già ben collaudate in Cina e, oggi, rappresentano il 4% del mercato italiano dell’automotive. Anche in questo caso il prezzo contenuto ne ha decretato il successo nel mercato, nonostante un’estetica esteriore, una linea “anonima” -a mio modesto parere- priva di carattere, per certi versi “anonima” e “obsoleta”, nonchè un logo che definire “orripilante” appare addirittura generoso nei confronti del suo “designer”… Un’auto che -mi si permetta di rigirare il “coltello nella piaga”- fra le generosissime dotazioni di serie (più o meno le stesse della Wave 3) dovrebbe includere anche il “cappello di paglia”… Ben difficilmente, infatti, un ventenne o trentenne potrebbe sceglierla…
DR 5.0T CVT costa più o meno come la Wave 3, meno di un migliaio di euro in più, e presenta la stessa motorizzazione, la doppia alimentazione benzina e Gpl, una ricchissima dotazione di serie, lo stesso motore e, spero di non sbagliarmi, la stessa piattaforma “made in China”. E allora, vi chiederete, perchè la Wave 3 di EMC è rivoluzionaria mentre la DR, peraltro arrivata prima, no? Per un motivo semplicissimo: la prima è “giovane”, “fresca”, con un “carattere” estetico tutto suo…
La rivoluzione sta tutta qua! Fino all’arrivo di Wave 3 le opzioni per gli utomobilisti più giovani erano essenzialmente due: indebitarsi fino al collo per comprare l’automobile “figa” o acquistare un’ottima macchina, ma non “trendy”, da guidare con il “cappello di paglia” in testa…
Oggi EMC ha introdotto una terza opzione: la macchina “frizzante“, sbarazzina, aggressiva e rassicurante nello stesso tempo ed estremanete ricca di dotazioni… Capace di lasciare nel portafogli del suo automobilista i soldi necessari per le serate in discoteca, i drink con gli amici e il sonno la notte prima della scadenza della rata! Un compromesso, un’auto dunque ottima per esser guidata sia indossando un completo di Armani che un bermuda “stracciato” con t-shirt stampata comprati al mercato rionale.
La rivoluzione sta proprio qua: Wave 3 si preannuncia come un’auto “figa” al prezzo di una vettura esteticamente anonima. Ciò decreterà il suo successo e, forse, costringerà la concorrenza europea a rivedere al ribasso -e non di poco- i suoi oggi spropositati, ingiustificati, inaccessibili prezzi di vendita. Magari riportando verso la normalità un mercato, quello dell’auto, oggi impazzito!