Con il Tribunale nel caos del “post-Buriani”, sul Giudice Francesco Caprioli pesa il dovere di emettere una sentenza ineccepibile anche nella sua apparenza oltre che nel merito. Perchè questa sentenza scriverà la storia moderna del Titano, la più antica Repubblica del mondo.
SAN MARINO – Non mi piace fermarmi all’apparenza. Informazione vera è, del resto, entrare dentro la notizia, approfondirla per presentare ai lettori tutti gli aspetti propri di quella vicenda che si va a narrare. E, seppure i media sammarinesi tendano, oggi, onostante il grande interesse che ci sia nella popolazione e la grande voglia di chiarezza che accomuna -una volta tanto- sia la politica che la popolazione… Seppure i media sammarinesi tendano -si diceva- a minimizzare la cosa, restando anche arroccati su posizioni pre-scandalo più funzionali agli interessi degli “amici” di riferimento che non della completa ed efficacie informazione, in quanto emerso dalla relazione conclusiva della Commissione di Inchiesta sul CIS e sul sistema bancario c’è davvero tanto da approfondire. Tanti eventi, tanti fatti del passato oggi vanno riletti e reinterpretati alla luce della nuova, autorevole perchè unanime, “verità” che ci palesa una San Marino dominata -per certi versi come fu per l’Italia del “Venerabile Maestro” Licio Gelli- da un gruppo di potere capace di asservire “servitori” dello Stato all’interesse non della collettività, della Nazione, dello Stato stesso ma del gruppo di potere e dei suoi “amici” o che dir si voglia complici o beneficiari.
La lista italiana P2, e non mi stancherò mai di ricordarlo, vedeva al suo interno, fra gli altri, ben 59 parlamentari, un giudice costituzionale, 8 direttori di giornali, 4 editori e 22 giornalisti… Qualche indizio sui primi nomi di una somigliante lista “made in Rsm” c’è già e la sua composizione, almeno parziale, molti l’hanno già dedotta leggendo la relazione della Commissione e ascoltando i lavori dell’ultima sessione consigliare.
Un po’ tutti hanno potuto evincere che la Commissione ha chiaramente indicato in Banca Centrale, Tribunale e mondo dell’informazione le istituzioni o realtà maggiormente compromesse nelle loro finalità e nel loro delicatissimo ruolo.
Lo Stato, oggi, devastato anche agli occhi dei suoi cittadini nella sua credibilità, è debolissimo, perchè “monco”. San Marino, anche in funzione della crisi economica che lo attanaglia, è una sorta di nuova Repubblica di Weimar, terreno fertile per nuovi “predatori”, magari mascherati con le vesti di “salvatori della Patria”…
Per questo motivo non si può ridurre quanto svelato dalla Commissione di Inchiesta all’azione di quattro “mariuoli” finalizzata, esclusivamente, all’arricchimento economico personale. Questi “mariuoli”, infatti, sembrano -usiamo doverosamente il condizionale perchè, si ricordi, nessuno è colpevole fino a sentenza definitiva e contraria- aver compromesso lo stato di diritto e depredato il popolo della sovranità che gli concede ogni democrazia moderna.
La democrazia sammarinese sarebbe stata sovvertita ribaltando e creando maggioranze consigliari e governi; inquisendo pretestuosamente i nemici e assolvendo velocemente gli amici; chiudendo banche per poi far ricadere il costo di queste ingiustificate chiusure sulla collettività, senza preoccuparsi dell’enorme danno creato all’intero sistema economico sammarinese; utilizzando i media come cannoni che sparano contro ormai indifesi nemici… Proprio così, cari sammarinesi, i soldi sottratti sembrano essere il danno minore svelato dalla Commissione di Inchiesta!
I dubbi inquietanti sono tantissimi. E, in questo caso, l’istituzione più nella bufera è il Tribunale, il terzo potere, quello giudiziario, dello Stato.
Ricordate il luglio scorso? Accadde un fatto eccezionale: toghe contro toghe e Istituzioni… Si assistette a veementi scontri politici che hanno visto “imbracciare i moschetti” -non ricordo un’altra democrazia dove ciò sia successo- addirittura ad alcuni giudici, che “disertarono” la riunione del Consiglio Giudiziario Plenario e arrivarono addirittura ad emettere un comunicato stampa per denunciare pubblicamente “gravi ingerenze nell’amministrazione della giustizia in atto a tutti i livelli”. Ingerenze che, poi, sarebbero state le deliberazioni dello stesso Consiglio Giudiziario Plenario, peraltro avallate, oltre che dai suoi componenti politici, anche da tre suoi membri togati (giudici del Tribunale per intenderci).
Fra i nove firmatari di questo comunicato stampa spiccano due nomi: Alberto Buriani e Francesco Caprioli, il primo tirato pesantemente in ballo dalle conclusioni della Commissione per, fra l’altro, violazioni nella fase di indagine del Processo Mazzini, e il secondo titolare del secondo grado dello stesso procedimento, indicato come il “processo del secolo” per la Repubblica. Dio ci guardi dal voler associare il Prof.Caprioli alla condotta di Buriani, sarebbe scorretto e infondato… Ma vedere ambedue sullo stesso fronte di battaglia è un ennesimo tassello di un puzzle che fa riflettere sull’opportunità che sia Capriloli ad emettere la sentenza del secolo…
Tornando alla durissima presa di posizione delle toghe del luglio scorso, va precisato che non è questa la sede per valutare la fondatezza o meno degli appunti sollevati, ma quell’evento è eloquente per confermare una vera e propria guerra intestina fra toghe e con la nuova maggioranza politica legittimamente eletta. Difficile non concordare sul fatto che la giustizia sammarinese sia nel caos e sempre meno autorevole. Mancanza di autorevolezza che si trasforma quasi in “delegittimazione” alla luce delle conclusioni tratte all’unanimità dalla Commissione di Inchiesta e dalle coraggiose ammissioni fatte in Consiglio dal Ministro Ciavatta.
Il fulcro di questa deriva è indicato nel giudice Alberto Buriani. Ma, questi, poteva fare tutto da solo? Difficile crederlo… Chi, quindi, sempre che si riveli fondata l’inchiesta politica, lo ha aiutato, supportato all’interno del Tribunale? Sarà il tempo a dirlo.
Peccato, però, che non ci sia, oggi, neanche un secondo da perdere, perchè lo stesso Tribunale deve emettere presto la “sentenza del secolo” per confermare o riscrivere l’esito del primo grado che vide condannata una intera classe politica.
Quindi, è legittimo chiedersi se una così importante, storica sentenza sarebbe autorevole se emessa, in un Tribunale diviso due fazioni, da un giudice che ha combattutto al fianco del collega Buriani una “battaglia” contro pur controverse deliberazioni assunte da un organismo istituzionale… Sarebbe autorevole, priva di ombre? Potrebbe, oltre che essere, anche apparire giusta e imparziale?
Probabilmente no. Ciò non significa, ovviamente, che il Giudice, il Prof. Caprioli, non sia giusto o imparziale. Il suo curriculum, unito al suo prestigio personale non dà adito a dubbi in tal senso. Anzi, proprio il suo prestigio potrebbe indurlo ad essere lui stesso, dimostrando il suo grande rispetto della Giustizia a cui ha dedicato l’intera sua vita, a rinunciare al delicato incarico. Del resto non esitò, tempo fa -come emerso da uno “scoop” di Rimini 2.0-, a sollevare pesanti dubbi sul suo ruolo e, conseguentemente, sulle difficoltà che avrebbe incontrato nell’emettere la sentenza del Secondo Grado del Processo Mazzini.
In questa sentenza non c’è in ballo solo il destino e la dignità degli imputati eccellenti, di una intera classe dirigente sammarinese annientata per via giudiziaria. In quella sentenza ci sarà scritta la storia della Repubblica di San Marino, perchè se dovesse ribaltare le condanne -talvolta controverse nelle motivazioni- tratte dal Giudice Gilberto Felici nel primo grado, quella stessa sentenza di secondo grado potrebbe indirettamente svelare, addirittura, che il “potere occulto” non si è limitato a chiudere banche, fare e disfare maggioranze e governi, pilotare l’informazione e asservire alla sua non nobile causa parte del Tribunale. Quel “potere occulto” avrebbe ordito e posto in essere sul Titano in vero colpo di stato, con le manette sostituite ai carri armati…
La sentenza di secondo grado del Processo Mazzini è troppo importante e delicata perchè venga emessa senza l’indispensabile apparenza di totale e indiscutibile imparzialità e libertà.
Enrico Lazzari