Alla fine, pur soffrendo nei primi due giorni di gioco, sono riuscito a portare a casa la prestigiosa “bandierina” dell’EPT. Meglio un “in the money” conquistato nel più importante torneo giocato in territorio italiano che niente! E, credetemi, per come è “girata” in questi due giorni e mezzo di gioco, la zona premio vale come un successo. Incredibilmente sfortunato il day 1, dove in tutta la giornata ho ricevuto dai dealer appena tre mani degne di essere definite tali e in nessuna di queste ho avuto occasione di raddoppiare o di accumulare molte chips, altrettanto difficile il day 2, iniziato con un double up ai danni di Carla Solinas ma poi vanificato dall’impossibilità di vincere almeno un altro all in preflop. Ciliegina sulla torta il day 3 e l’eliminazione in 132a posizione.
Ma ecco le fasi cruciali di questo mio Ept…
Mi siedo e ben prestomi rendo conto di essere capitato in un tavolo particolarmente “loose”. Opto, quindi, per giocare in maniera “thigt aggressive”, non disdegnando l’ingresso in gioco, anche in treebet, con connected suited e tutte le coppiette da posizione. E’ il secondo livello di giornata quando spillo la prima mano giocabile, anche se dalla peggior posizione possibile. Sono Utg (il primo a parlare) e spillo J :cuori J :picche . Ho lo stack quasi intatto vista l’esiguità dei bui e, vista la propensione di tanti al tavolo a flattare i raise penso al fold poiché JJ da fuori posizione è una delle mani più difficili da giocare post-flop. Poi, anche alla luce dell’alto rapporto fra stack e bui (300 big blinds circa in quel momento) opto per un raise di 4,5 BB (450) trovando ben 4 call… Al flop scendono 9 :quadri 10 :quadri e J :quadri. Flop pericolosissimo che mi impedisce di ottimizzare il “set” (tris) di J. Quindi punto il piatto accontentandomi di quanto già messo dai miei avversari che foldano.
Il livello successivo, rispillo J :cuori J :quadri da cut off. L’Utg limpa e dietro di lui altri due call. Rilancio 6,5 BB trovando il call di un solo giocatore, solito entrare in tantissimi piatti, da ogni posizione e con qualunque mano. Per di più aggressivo ma con stack più che dimezzato. Scendono al flop 6 :cuori 10 :quadri e 2 :picche. L’oppo cecca e io punto 2/3 del piatto confidando in un suo call o addirittura in un ceck-raise qualora avesse legato una coppia. Trovo il call e al turn scende il 3 :quadri. L’oppo cecca e io continuo puntando sempre due terzi piatto, una size che committa l’avversario, il quale in caso di semplice call resterebbe con appena 6000 dietro. Questi, instant, pusha e io, forte della overpair e del fatto che quella mossa l’oppo, visto il suo stile, potrebbe tranquillamente farla anche con semplice top pair o progetto, chiamo restando con circa 12.000 di stack. Allo show down si conferma la mia lettura: JJ io contro 5 :quadri e 7 :quadri che significano 4/5 di colore più scala a incastro con il 4. Ciò significa che nel mazzo, con solo il river da scoprire, ci sono otto :quadri (J :quadri è nella mia personal hand) e tre 4: 11 outs sfavorevoli su 52, ovvero arrotondando 80% di possibilità di vittoria per me e 20 per l’oppo. Il river regala, però un 4 :cuori che porta l’improbabile vittoria al mio avversario e mi riduce di oltre la metà lo stack.
A quel punto è indispensabile, prima che il rapporto bui-stack diventi troppo sfavorevole, risalire e anche in fretta. Cambio completamente stile di gioco entrando quasi con ogni mano da cut off e bottone in maniera estremamente aggressiva. Decisivo uno spot in cui spillo, da bottone, 5 :picche 6 :picche. Prima di me un miniraise da middle e una tribet, sempre mini, da cut-off alle quali mi appoggio. Al flop trovo bilaterale (4 :picche 3 :cuori A :cuori) e incridibilmente il ceck di tutti coloro che parlano prima di me… Rianalizzo la mano e individuo nell’Asso una scary card. Del resto il mini raise e la mini treebet potrebbero significare due premium pair. Certo, c’è il rischio che una di queste sia AA poi settato al flop, ma l’occasione è ghiotta. Prendo tempo e cerco di ricordare la history. Approfondisco nuovamente l’azione preflop ed escludo AA verificando che mi trovo di fronte due giocatori sensati che non avrebbero mai giocato KK, QQ, AA contro tre avversari: in presenza di una mano simile almeno uno dei due avrebbe tentato di isolare. Resta quindi il rischio, comunque remoto, di una coppia di 2 o di 3 settati. La mia mano, comunque, anche in tal caso avrebbe circa il 30%di possibilità di vittoria, quindi decido di puntare1/3 del mio stack per poi andare all in su qualunque turn. Mollano in due e resta in gioco solo l’original raiser quando al turn scende un bel K di :quadri. Check e all in mio che determina il fold del mio avversario che mostra JJ… Incredibile: si è giocato 1/3 si stack inseguendo un J… E siamo ad un EPT con buy-in da 5.300 €.
Qualche altro piatto vinto e chiudo il day 1 con poco meno di 37mila chips, short visto che l’average è 60.000. Il day 2, invece, sembra iniziare bene. Rilancio da BB, troppo poco, con AQ su un family pot trovando 3 call. Flop A 10 J raimbow (di colori diversi): spingo pocopiù di mezzo piatto ma nessuno folda. Ovvio a quel punto che il mio AA non batte più nulla. Scendo a 28.000 e spillo TT, da middle. Rilancio 2,5 BB e trovo, da SB il reraise per 6000 di Carla Solinas che la mano precedente aveva raddoppiato con QQ. La sua azione consiglierebbe il fold ma quel tipo di giocatore, la stessa mossa, la farebbe, oltre che con AK, anche con 77, 88, 99… Alla fine decido che è ora di giocarsi il torneo e repusho all in trovando l’instant call e vedendo che i miei 10 sono in coinflip contro AK. Un 10 al flop chiude subito i giochi e risalgo a 60.000. Vedo qualche mano giocabile, entro in molti piatti da posizione e riesco, piano piano e giocando il postflop, a risalire fino all’average, ovvero oltre i 120.000.
Spillo AQ da BB e chiamo il push del button per 45.000. Domino il suo A9 ma al board scende 34567 e anzichè salire a 165.000 divido il piatto. Passa qualche giro e con AK elimino uno short sfondando quota 150.000. Da button spillo nuovamente AQ e treebetto l’apertura del cut off che risponde con il push. Ha circa 45.000 e gioca particolarmente aggressivo. Chiamo e faccio bene poichè trovo nuovamente A9… Peccato che il flop gli regali un trips. Alla fine chiudo il day 2 con 90.000, fra gli short.
Al day 3 torno a giocare molto conservativo fino allo scoppio della bolla e, alla prima mano legittima esco trovando top two pair e cozzando contro un set di 5…
Vabbè, un in the money prestigioso che va ad aggiungersi a quello Wsop e porta al 50% la mia percentuale degli In the money live.
bella prova di nervi enrico