Anomalie a raffica, contee con 100% dei voti per il democratico “Sleeping Joe”, ingiustificato stop notturno dei conteggi. E in una contea, secondo la rete ABC, i voti sarebbero molti di più dei votanti! Rimonta inattesa dei repubblicani in Arizona…
Il “pensiero unico” non è una distorsione esclusiva dell’informazione italiana, pur efficacissima con i suoi tre “giornaloni” a infondere nell’opinione pubblica concetti come, ad esempio, che la neve sia rossa… Quanto visto in Usa nei mesi scorsi -e per certi versi visto anche oggi all’indomani dell’Election Day- potrebbe fare invidia ai direttori di Repubblica, Corsera e La Stampa… Biden ha vinto -e non aveva perso neppure quando era sotto di millemila voti- ma Trump, quel cattivone, non vuole mollare al Casa Bianca e utilizza ogni pretestioso mezzo per restarci e per non ammettere sconfitta.
Niente di più falso: Trump ha vinto perchè nelle urne, compreso il voto postale, ha conquistato almeno 275 grandi elettori a fronte dei 270 necessari. “Abbiamo vinto ma ci stano rubando la vittoria…”, ha dichiarato. Nulla di più vero.. O, per essere estremamente prudenti, ogni ricorso o “denuncia” pubblica di brogli che fa è più che motivata dai fatti. Fatti che, però, pur incontestabili e accertati da fonti autorevoli e imparziali, non ci vengono raccontati da nessuna Tv o “giornalone”, con qualche insignificante eccezione di Rete4 attraverso qualche coraggioso ospite dei suoi talk-show di approfondimento.
Ma vediamo perchè, nelle urne e nel voto postale regolare, Trump ha vinto.
La prima considerazione da fare è sul voto postale consegnato dopo la chiusura dell’Election-Day. Non conosciamo approfonditamente, da qua, in Italia, ogni virgola della normativa e dei regolamenti, ma c’è un eloquente precedente. In vecchie consultazioni presidenziali i “Dem” riuscirono a rendere carta straccia il voto dei militari americani in missione all’estero perchè, pur espresso e inviato entro la chiusura dell’Election-Day, venne consegnato successivamente. Perchè, quindi, oggi, gli stessi “dem” urlano allo scandalo, accusano Trump e il suo staff di ogni nefandezza perchè sostiene lo stesso principio affermato in passato e perseguito dai democratici?
Ma questa è un’altra storia… di competenza, eventualmente, della Corte suprema a stelle strisce.
L’attualità ci dice che quella di un paio di giorni fa doveva essere la notte dell’ondablu (in Usa il colore dei democratici) che, invece, ha trovato la migliore sintesi in una immagine rimbalzata su tutti i media internazionali, ad eccezione di quelli italiani, ovviamente: il drive-in deserto e buio allestito in Delaware per celebrare la vittoria di Joe Biden, non troppo forzatamente definito “Sleeping Joe” da Donald Trump, reso desolante dalla gigantesca bandiera a stelle strisce rimasta issata a mezz’asta. Lo stesso Enrico Mentana, dalla Curva Ultrà “dem” di La7, incredulo a quel che vedeva, si è sentito in dovere di chiedere al suo inviato se fosse “sicuro di essere nel posto giusto”. Ma tant’è…
Oggi, ad ormai due giorni di distanza dal voto, quando tutti qui in Italia cercano di sostenere quasi ossessivamente che la vittoria di “Sleeping Joe” è questione di ore e che ogni dichiarazione o azione di Trump è pretestuosa, infondata frutto esclusivamente dell’arroganza del Presidente uscente e della sua mentalità destrosa e “fascista”, quella bandiera, in Delaware, non è ancora stata issata. Anche se sembra, ogni minuto, questione di minuti perchè possa esserlo.
Ma, analizzando razionalmente i fatti reali, appare evidente che il vincitore delle urne sia -o almeno possa con ampia probabilità esserlo- Trump, capace di arrivare almeno a 275 grandi elettori dei 270 necessari, grazie alla capacità di aver indotto nella sua base una enorme capacità di mobilitazione.
Il risultato, però, getterebbe in una crisi mai vissuta prima il Partito Democratico che sta facendo di tutto per evitare questa debacle. All’apparenza anche ricorrendo a mezzi, metodi e azioni se non palesemente irregolari almeno controverse.
Ma torniamo indietro alla notte elettorale che si chiude con Trump praticamente confermato alla Casa Bianca, perchè, dopo essersi aggiudicato a sorpresa la Florida, è accreditato di un ampissimo margine nella “Sun-Belt” (Texas, Georgia, Florida e North Carolina) ed è largamente in vantaggio nella “Rust-Belt” (Michigan, Wisconsin e Pennsylvania).
Ma, a quel punto, quando in casa “dem” ci si rende conto che l’“Onda blu” esisteva solo nei sondaggisti del New York Times e del “main-stream” dell’informazione Usa e che, anzi, la vittoria finale del loro “Sleeping Joe” appare compromessa. Superato lo shock iniziale ecco la reazione… E iniziano le anomalie…
In North Carolina e Georgia viene inspiegabilmente interrotto o rallentato il conteggio dei voti e i due stati non vengono assegnati nonostante il considerevole vantaggio di Trump e stessa cosa accade in Wisconsin, Michigam e Pennsylvania quando Trump inizia a prendere il largo su Biden…
Nello stesso momento, pur con dati “close to call” (ovvero con un risultato ribaltabile), l’Arizona, Stato storicamente repubblicano, viene assegnata a Biden ancor prima che inizi lo scrutinio dei voti. Tanto che in questo momento, quando è ripreso il conteggio, pur lentissimo, i repubblicani stanno recuperando voti e la partita anche senza ricorsi, pur difficile, rivede il Presidente uscente in corsa per aggiudicarsi quegli 11 grandi elettori. Con l’88% dei voti assegnati il distacco sui è ridotto a 69.000 voti.
In ogni caso, assodato il vantaggio di Trump nella Rust-Belt i commentatori vanno a nanna con la consapevolezza che il voto postale -storicamente a maggioranza repubblicana, oggi previsto a vantaggio dei “dem” causa Covid)- non sarebbe potuto essere in grado di ribaltare la situazione…
Ma nella notte, mentre tutti attendono di risvegliarsi con Trump riconfermato alla Casa Bianca, accade qualcosa di inspiegabile: arrivano incredibili, assurdi aggiornamenti di voti da alcune contee dove Trump avrebbe ottenuto zero voti. Esiste qualcuno che lo ritiene possibile quando anche il “Partito del Bunga Bunga”, in Italia, non vedrebbe un seggio con zero voti?
L’anomalia non sfugge a Sean Davis, autorevole analista del “The Federalist” che twitta tutto il suo stupore e incredulità quando, in Michigan, arriva un aggiornamento dalla Contea Shiawassee che assegna 138.339 voti per Biden e zero per Trump. Pochi secondi e, furbescamente?, Twitter “censura”. Come censura immediatamente chiunque tenti di rilanciare le sue perplessità su questa evidente anomalia.
Poi, grazie al tam-tam scatenato, si è rimediato spiegando che quel numero sarebbe stato frutto di un errore, ovvero sarebbe stato “sbatamente” inserito un 3 in più nel numero dei voti di Biden, che sarebbero stati 13.833 e non 120.000 in più… Gli strani zero di Trump in questi aggiornamenti in stati chiave sono stati diversi e è fondato sospettare che non si sia trattato di un semplice errore ma di un maldestro tentativo di favorire Biden. Quanti ne sono sfuggite di queste “distrazioni” di battitura a favore di Biden?
Ma le anomalie non finiscono qui… Nella Contea di Antrim, sempre in Michigan, nel 2016 Trump vinse con più del 30% di vantaggio sulla Clinton mentre oggi i dati della stessa Contea vedono Trump soccombere con circa il 29% in meno dei voti dell’avversario. Un dato assurdo per chiunque sappia analizzare i flussi elettorali… Verificherà, comunque, anche qui, il “county-clerk”.
Ma questa anomalia assurda di conteee con Trump incapace di prendere almeno un voto non si limita al Michigan. In Wisconsin (assegnato a “Sleeping Joe” con appena 21.000 voti di scarto) all’improvviso un aggiornamento di dati mostra Biden recuperare e chiudere in un sol colpo un gap del 4,1% nei confronti di Trump grazie al solito rapporto 100% a zero delle schede.
E stessa cosa riaccade, più pesantemente in Michigam quando una misteriosa linea verticale appare misteriosamente nel grafico per chiudere il gap di Biden con Trump riportando il primo in corsa per la vittoria.
Non è esente da anomalie neppure la Pennsylvania seppure non si registrino aggiornamenti da 100% a zero. Qui, non si assegna mai la vittoria a Trump perchè si ritiene legittimo (non lo fu anni addietro quando i “dem” contestarono il voto per corrispondenza dei militari in missione non consegnato entro la fine dell’ection-day) il contare tutte le schede prive di un qualsiasi tipo di prova identificativa che siano state spedite prima dell’election-day.
Ma una delle cose più gravi accade in Arizona dove emergono una grande quantità di voti per Trump annullati, tutti per lo stesso motivo: un buco nella scheda che rende indecifrabile il voto alla macchina per la conta. Perchè erano bucate solo, o in larghissima maggioranza, le schede con voto per Trump e perchè questa anomalia si registra solo in sezioni molto favorevoli al Presidente uscente?
Infine, almeno per le anomalie ormai certe, quando in Arizona mancano allo spoglio 500.000 schede, in sezioni dove storicamente i repubblicani sfondano anche ampiamente il 70% dei voti, viene inspiegabilmente bloccato il conteggio con Biden in vantaggio in uno stato storicamente repubblicano.
Tutte anomalie che rendono più che legittimi i sospetti di Trump e impongono ai democratici di fornire non poche spiegazioni… Sta di fatto che, alla luce dei dati reali che si possono trarre anche in funzione di queste anomalie, alle quali va aggiunta una contea vinta da Biden, dove i voti conteggiati sarebbero 41.000 in più votanti, come annunciato ieri sera dalla rete ABC, la vittoria di Trump in stati assegnati a Biden come Arizona e Wisconsin appaiano nette ed evidenti, al pari di quella in Pennsylvania dove senza voto ritardatario è ampiamente davanti. Inoltre, la vittoria di Trump è più che probabile in Georgia e North Carolina e solo 8.000 voti lo separano dalla vittoria, meno probabile, anche in Nevada… Ma a Trump il Nevada non serve, perchè vincendo in Arizona, Pennsylvania, Georgia, Alaska e North Carolina sfonderebbe la soglia dei 270 voti arrivando a 275… E dovrebbe, non si dimentichi, anche prevalere in Wisconsin dopo il riconteggio e la correzione di eventuali brogli, come, pur con più difficoltà in Michigan. E, se accadesse, sarebbero altri 26 grandi elettori.
Quindi, alla luce di tutto ciò, chi ha vinto nelle urne le elezioni USA?
Enrico Lazzari