L’arresto di Podeschi “ordinato dal direttore del CIS” pochi giorni prima che questi formalizzasse la cessione di Euro Commercial Bank a un grande gruppo internazionale? Secondo la Commissione di Inchiesta parlamentare sì…
SAN MARINO – Leggendo le conclusioni della Commissione Consigliare d’Inchiesta su banca CIS e sulle crisi bancarie sembra di essere ripiombati indietro di oltre tre decenni e di essere stati proiettati qualche chilometro più in là, nella vicina Italia… Sì, perchè quella che nasceva come una indagine mirata a verificare eventuali responsabilità politiche e amministrative, nonché il ruolo avuto nelle crisi bancarie degli anni scorsi, da Banca Cis e dai suoi uomini -e donne-, nelle sue conclusioni prodotte all’unanimità, condivise anche dai suoi membri di minoranza consigliare, ci disegna una Repubblica dove un gruppo di potere parallelo e occulto faceva e disfava governi, spostava da maggioranza a opposizione e da opposizione a maggioranza interi partiti politici, utilizzava il tribunale -o meglio alcuni personaggi di primo piano della stessa istituzione- per eliminare nemici e garantirsi i servigi più o meno legittimi da personaggi terrorizzati dal sentire il “tintinnio delle manette”, agitate non direttamente da un giudice o che dir si voglia Commissario della Legge, ma dal direttore di un istituto di credito trasformato in “bancomat” dello stesso gruppo di potere.
Ma, ancor più grave, questo gruppo occulto sarebbe riuscito a prendere il controllo nientemeno che che di Banca Centrale, massimo organismo di controllo finanziario, mettendo ai suoi vertici fedelissimi -si deduce sempre dagli esiti della Commissione- come Grais o Savorelli. Un nuovo assetto che portò nelle casse del CIS anche una parte importante dei fondi pensione.
Oggi, dunque, San Marino, sembra vivere la prima metà degli anni Ottanta italiani, caratterizzati dal lavoro della Commissione P2 presieduta da Tina Anselmi che scoperchiò il pentolone di una rete di potere economico-poitico-giudiziario facente capo a Licio Gelli. L’impatto che le conclusioni di quella commissione parlamentare di inchiesta ebbero sulla politica, sull’assetto statale italiano potrebbero essere nulla rispetto a quanto l’emersione di un così influente gruppo di potere averebbe avuto su una realtà microscopica come San Marino.
Mancano, sul Titano, rispetto le conclusioni tratte dai lavori della Anselmi, soltanto collegamenti con vere e proprie stragi come, per citarne una, quella dell’Italicus che trovò nella Loggia P2 “retroterra economico, organizzativo e morale” e che costò la vita a 12 persone.
Ma anche sul Titano questa Loggia -che definiamo così per puro parallelismo alla vicenda italiana di riferimento, visto che non sussistono al momento elementi certi per sospettare anche ipoteticamente che ci si trovi di fronte a qualcosa di ben più grave di una associazione a delinquere- ha fatto le sue vittime, almeno secondo le risultanze unanimi dei lavori di inchiesta consigliare. Qualche giorno prima “dell’arresto di OMISSIS (Claudio Podeschi, ndr – unico uomo arrestato in quei giorni), nel giugno del 2014 -ha dichiarato Federico D’Addario (teste riconosciuto come altamente attendibile)- ho avuto modo di sentire il dr. Guidi che argomentava al telefono con persona ignota continuando ad insistere che non ben identificato personaggio doveva essere arrestato”. “Appare manifesto -si legge nella relazione conclusiva della Commissione- che i fatti narrati sotto giuramento dal teste D’Addario ci dipingono uno scenario oggettivamente inquietante sui rapporti fra Buriani (il giudice inquirente de processo Mazzini che, in fase istruttoria, tenne in galera l’ex Segretario di Stato Podeschi e la sua compagna, ndr) e il Gruppo Grandoni”.
E proprio questi “rapporti” tolgono ormai ogni autorevolezza all’intero Processo Mazzini, nonché a tantissime controverse decisioni assunte dal Tribunale e dalla politica in materia di banche: dal commissariamento di Asset a fusioni ed assorbimenti vari. Non sembra oggi un caso, infatti, che Podeschi, al pari della sua compagna Biljana Baruca, venne arrestato -si deduce su ordine del direttore Guidi di CIS- un paio di giorni prima che potesse formalizzare la vendita di Euro Commercial Bank ad un grande gruppo internazionale. CIS non voleva concorrenza in casa?, vien da chiedersi. E ha utilizzato il Tribunale -o meglio parte dello stesso- per vanificare quell’intesa ormai definita? Del resto, sempre secondo la testimonianza di D’Addario, “Guidi si infuriò” e disse testualmente al testimone che lo avrebbe “distrutto perché aveva appoggi all’interno e perchè poteva dimostrare l’indimostrabile perchè nel tribunale comandava lui”. Millanteria? Impossibile escluderlo, ma alla luce di incongruenze palesi nell’indagine su Podeschi -e di riflesso su tutte le altre del processo Mazzini, da Stolfi a Lonfernini, da Menicucci a Roberti…-, alla luce di indagini aperte e chiuse senza approfondite istruttorie se vedevano accusati “amici” del gruppo (lo si deduce dagli stessi atti della Commissione) o di devastanti accertamenti aperti, verso i “nemici” anche solo su inconsistenti segnalazioni anonime.
Eloquente, in tal senso, è la disposizione dell’arresto di Podeschi e della sua compagna, per la quale sarebbe bastata una “richiesta di informazioni” che le autorità svizzere avevano inoltrato sul Titano per verificare alcuni movimenti finanziari da un conto svizzero di una società (Black Sea Pearl) sui conti riconducibili all’ex Ministro e alla sua compagna. Un approfondimento, questo svizzero, chiuso nei primissimi mesi del 2014 con “tanto di scuse” e rimborso delle spese legali alla stessa società oggetto dell’accertamento. Ma, stranamente, quella richiesta di accertamento di due anni prima, ormai superata dalle conclusioni svizzere che hanno certificato la corretta, lecita provenienza di quei fondi, è rimasta al centro delle motivazioni di arresto eseguito -secondo il teste D’Addario- per ordine di Guidi. Il Commissario Buriani non sapeva delle conclusioni svizzere? Se così fosse sarebbe una responsabilità gravissima il non aver verificato la fondatezza di una richiesta risalente al 2012 per un arresto da eseguire alla metà del 2014… Le conclusioni, comunque, di questo di tanto altro, le trarrà il Tribunale a cui a Commissione Consigliare di inchiesta ha inviato gli atti e la relazione unanime. Una relazione, per restare sulle controversie emerse in materia di gestione dela giustizia, dove si evidenzia in maniera chiara che lo stesso Commissario Buriani avrebbe dichiarato il falso sui rapporti fra lui e gli altri personaggi al centro di questa indagine.
Quindi, mentre in Italia a strage è quella dell’Italicus, qui sul Titano una sorta di “strage” ci sarebbe a sua volta stata: quella di una intera classe dirigente e politica, spogliata di tutto, dalla dignità al sostentamento economico…
Ma non è solo il processo Mazzini a uscire totalmente delegittimato dal lavoro dei membri di maggioranza e opposizione giunti ala stessa conclusione. Un danno enorme questo gruppo di potere lo avrebbe fatto all’intera economia sammarinese attraverso operazioni controverse e discutibili che hanno ridisegnato totalmente l’assetto bancario sammarinese determinando un costo enorme per le casse di Cassa di Risparmio, chiamata a sobbarcarsi il deficit di banche costretta ad assorbire. Ci si riferisce, in primis, alla vicenda Banca Commerciale, commissariata nonostante i soci si fossero resi disponibili ad una ricapitalizzazione; ad Asset Banca, a sua volta commissariata in tutta fretta anche in questo caso nonostante la disponibilità dei soci a ricapitalizzare… Banche, concorrenti naturali di CIS, sparite facendo ricadere i loro deficit sui bilanci di Carisp ed esponendo a disagi assurdi gli stessi investitori e correntisti, con un danno collettivo ingente.
Le conclusioni della Commissione di Inchiesta non sono, quindi, che il primo atto di un terremoto politico-giudiziario che, ormai, nessuno sembra più in grado di frenare e che sembra destinato a riscrivere l’intero assetto politico e finanziario della Repubblica, come -e forse in maniera ancor più pesante- accadde in Italia con a P2 di Gelli…
Enrico Lazzari